Da sempre, questa domanda accompagna i sorsi dei bevitori di ogni angolo del mondo: quella riguardante la capienza delle bottiglie.
Le prime tracce storiche inerenti alle origini della bottiglia in vetro risalgono al I secolo d.C., quando nei territori siriani vennero realizzati, per la prima volta, piccoli contenitori di vetro tramite la tecnica del soffio nella pasta semi-liquida, che divergevano dai prodotti precedenti, tipicamente a forma di anfore e brocche e aventi pareti notevolmente più spesse a causa del procedimento tecnico tradizionale della colata del vetro in stampi.
Quando infatti nel 1700 si cominciò a capire l’importanza di conservare il vino nel vetro si iniziò anche a produrre contenitori adatti a questo scopo, in particolare le bottiglie.
1. La teoria più diffusa per spiegare l’unità di misura scelta è quella secondo cui dipenderebbe dalla forza polmonare degli antichi vetrai che soffiavano il vetro. Secondo questa dottrina, infatti, quando intorno al diciottesimo secolo si iniziò a comprendere l’importanza di conservare il vino nel vetro, i soffiatori riuscivano a soffiare bottiglie non più grandi di 650-750 ml. E così, considerando che si cercavano i recipienti più grandi possibili, si optò per le bottiglie da 75 cl.
2. C’è chi sostiene che la scelta sia esclusivamente frutto di un calcolo matematico. La spiegazione, in questo caso, è semplice: una bottiglia di tale grandezza contiene esattamente 6 bicchieri da 125ml di quelli utilizzati nelle osterie. Non vanno inoltre trascurate le necessità pratiche e logistiche. Il trasporto delle bottiglie in casse di legno, infatti, risulta più pratico se queste hanno una portata inferiore rispetto al litro.
3. Sembra però essere la storia a restituire la risposta più credibile. Nonostante la produzione del vino fosse principalmente francese e italiana, infatti, in passato i più grandi consumatori venivano da Oltremanica. Per facilitare loro l’acquisto si decise di uniformare le unità di misura, considerando che gli inglesi misuravano il volume in galloni imperiali.
Ogni cassa di vino poteva contenere soltanto 2 galloni e gli anglosassoni decisero di inserire 12 bottiglie per cassa, ovvero 0,75 ogni bottiglia. La scelta fu quella di trasportare il vino in botti da 225 litri, l’equivalente di 50 galloni, ovvero 300 bottiglie da 750ml. In questo modo un gallone corrispondeva a 6 bottiglie. In seguito, per agevolare il trasporto, si stabilì di dare un peso standard (che non superasse un chilogrammo) a ciascuna bottiglia.
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